Il digiuno intermittente è un fenomeno che sta sempre più prendendo piede e che permette, a detta di chi lo pratica, di avere una migliore gestione dell’appetito, migliori risultati nel dimagrimento e nel ripristino dei parametri metabolici alterati come, ad esempio, la glicemia, la pressione, lipemia, uricemia e via dicendo.
Ma cosa è il digiuno intermittente? Può essere considerato un modello alimentare dimagrante (consiste infatti in una dieta ipocalorica) che prevede l’astensione dal cibo per un periodo di tempo compreso tra le 12 e le 40 ore in base al modello che si sceglie. Durante questa finestra di digiuno sono concessi acqua, caffè (ovviamente non zuccherato) e altre bevande senza calorie come tisane, mentre vanno esclusi alimenti solidi o bevande zuccherate.
Il primo metodo è quello chiamato “16/8” che implica un digiuno quotidiano di 16 ore e una finestra per mangiare di 8 ore nella quale si possono inserire 2 o 3 pasti.
Poi esiste la dieta 5:2 che prevede di mangiare normalmente per 5 giorni a settimana e di limitare invece l’apporto calorico a 5-600 Kcal nei restanti 2 giorni.
C’è poi l’ “eat-stop-eat” (mangia – stop – mangia) che richiede un digiuno di 24 ore per 1 o 2 volte a settimana.
L’“alternate-day fasting” (digiuno a giorni alterni) impone di alternare i giorni di alimentazione normale a quelli di digiuno, mentre nella “warrior diet” (dieta del guerriero) si possono mangiare piccole quantità di frutta e verdura crude durante il giorno e avere un solo pasto abbondante di notte.
Il digiuno intermittente viene considerato abbastanza sicuro per la maggior parte delle persone ma è comunque consigliabile valutare di volta in volta e considerando la situazione del singolo individuo. Bisogna infatti prestare maggiore attenzione in caso di ipoglicemia, pressione bassa, anemia e capogiri o svenimenti. Ovviamente è sconsigliata se si è in età di sviluppo, gravidanza e allattamento, in presenza di alcune patologie, se si seguono alcune terapie farmacologiche e da evitare per quelle persone affette da disturbi del comportamento alimentare.
Prima di intraprendere il digiuno intermittente bisognerebbe consultare un esperto che possa guidare in maniera adeguata ed evitare errori.
È comunque importante premurarsi di avere una alimentazione bilanciata assicurandosi di assumere tutti i nutrienti necessari e bilanciati tra di loro, limitandosi a cambiare solamente la frequenza quotidiana di consumo.
Ma quali sono i benefici?
Innanzitutto è un metodo finalizzato anche al dimagrimento e al miglioramento di certi parametri metabolici, soprattutto sensibilità insulinica, glicemia e emoglobina glicata, trigliceridemia, colesterolemia, pressione del sangue, uricemia… riducendo così il rischio di importanti malattie come il diabete, malattie cardiovascolari e avere invece un miglioramento della funzione cognitiva e sensitivo-motoria, alleviando al contempo i sintomi dei disturbi neurologici e dell’umore.
Sembra anche che possa migliorare la riparazione cellulare e proteggere la salute del cervello.
È quindi spesso adottato proprio per i suoi benefici neuro cognitivi, fisiologici e cellulari piuttosto che sul calo di peso.
Le controindicazioni invece?
Per alcune persone è complicato mantenerlo nel medio o lungo periodo mentre altre hanno difficoltà a prendere sonno a causa della fame, debolezza generalizzata, riduzione delle performance psico-fisiche… anche se è vero che si potrebbe innescare uno stato di chetosi e quindi avere una maggiore sensazione di benessere, riduzione dell’appetito e maggiore energia. Questo ovviamente dipende anche dal tipo di alimentazione che si ha nelle ore in cui si mangia.
È inoltre sconsigliabile in caso di patologie sia metaboliche e funzionali che psicologiche e psichiatriche. È quindi sempre meglio consultare un medico o dietista per evitare spiacevoli conseguenze.