Iridologia

di Silvia Menini

Da sempre gli occhi sono considerati lo specchio dell’anima perché proprio attraverso lo sguardo si possono leggere le emozioni, lo stato d’animo e anche alcuni aspetti del carattere. Sono proprio gli occhi che permettono alla persona di rapportare il proprio mondo interiore con quello esterno.

Ma se fosse possibile anche leggere lo stato di salute passata, presente e futura della persona proprio attraverso l’analisi degli occhi?

L’iridologia è quella disciplina che, grazie all’osservazione e allo studio dell’iride, permette di indagare gli aspetti fisici e psichici dell’uomo, oltre ad avere una chiara visione sulla sua propensione a patologie rispetto ad altre, a un determinato grado di intossicazione e alle reazioni a livello comportamentale.

Attraverso l’iride, infatti, è possibile conoscere la costituzione organica del soggetto, la sua vitalità, la capacità reattiva fisica e psicologica, lo stato e la condizione dei suoi organi. Questa disciplina è quindi importante perché permette non solo di indagare lo stato di salute ma anche di anticipare l’avanzamento e l’evoluzione di patologie capendo anche se sono di origine ereditaria o acquisite.

L’iridologia non è un metodo diagnostico ma di analisi in quanto permette di valutare la qualità degli organi emuntori e il loro carico tossinico, prefiggendosi l’obiettivo di ricercare la causa primaria di uno squilibrio. Di conseguenza si è in grado di promuovere il benessere psicofisico della persona e un suo recupero funzionale in modo da permetterle di utilizzare le proprie capacità di riequilibrio con un adeguato supporto naturopatico.

L’iride è una sorta di finestra che permette di affacciarsi sul corpo e avere tutte le conoscenze utili per prevenire sviluppi futuri di disequilibri e patologie, diventando una sorta di mappa delle aree riflesse degli organi o loro funzioni a livello del corpo umano.

Tutto ciò è possibile perché l’iride viene messo in collegamento con i vari organi e apparati del corpo tramite il sistema nervoso, registrandone le eventuali disfunzioni attraverso segni, pigmenti e lacune. L’occhio invia quindi al cervello, attraverso il nervo ottico, le sensazioni registrate dall’esterno e, attraverso l’occhio, il cervello comunica all’esterno le sensazioni ricevute dall’interno. Osservando quindi le condizioni anatomiche dell’iride, la sua struttura, il colore, la densità del tessuto oltre alle iper-pigmentazioni, macchie, rigonfiamenti, ipopigmentazioni, solchi e fessure, si può conoscere e determinare le condizioni dell’organismo in base alle varie zone iridee dove si proiettano gli organi e gli apparati.

Questa disciplina fonda le sue origini in tempi antichissimi e sembra che fosse già praticata nell’antico Egitto.  L’iridologia moderna la si fa risalire però verso la fine del 1800 in Ungheria, grazie al medico Ignaz Von Peczely. Quasi contemporaneamente anche Nils Liljequist, pastore protestante svedese, conduceva studi sull’iride. Successivamente nacquero numerose scuole di iridologia differenziandosi per metodo e principio.

 

La scuola tedesca, alla quale fa riferimento anche quella italiana, si allinea alla posizione della medicina accademica, con una visione prevalentemente organicistica, dando una interpretazione organica dell’iride.

La scuola francese si distingue invece per l’indirizzo di tipo omeopatico, energetico e naturopatico; mentre quella americana predilige l’aspetto nutrizionistico e naturopatico.

La scuola italiana prevede un indirizzo multidimensionale e millanta tra i suoi maggiori esponenti Luigi Costacurta e Sigfried Rizzi che ha dato vita alle mappe che sono tutt’oggi alla base dell’analisi dell’iride dal punto di vista organico.

Ma in cosa consiste, nello specifico, l’iridologia?

L’iridologia basa le sue fondamenta sui segni grafici e cromatici che si possono riscontrare nell’iride e che possono essere interpretati in relazione alle aree riflesse indicate nella mappa iridologica, fornendo una sorta di fotografia dell’equilibrio organico dell’uomo e permettendo di determinare ciò che è successo in passato, la condizione attuale e quello che potrebbe succedere in futuro e cioè le propensioni della persona.

 

Il direttore della scuola tedesca di Iridologia Felke Insitute, Willy Hauser, ha così introdotto 3 costituzioni, 5 disposizioni e 5 diatesi che permettono l’esame iridologico e quindi le successive valutazioni e analisi delle caratteristiche genetiche (e non solo) dell’individuo.

Le costituzioni sono definite in base al colore di fondo dell’iride sulla struttura del tessuto irideo e differiscono tra loro in base al genere umano su base etnica o per tipi. Si distinguono in linfatica (occhi azzurri), ematogena (occhi marroni) e mista (occhi verdi).

Le disposizioni si basano sulla valutazione dell’organizzazione delle fibre connettivali che costituiscono la trama secondo la genetica strutturale.

Costituzione e disposizione sono due caratteristiche egenotipiche e derivano cioè dal DNA.

Le diatesi, invece, si distinguono in base alla colorazione aggiunta a quella di fondo dell’iride secondo la genetica emuntoriale e ci dicono come la persona conduce la sua vita, il suo stato di intossicazione e le eventuali funzioni organiche intasate.

 

Quando l’iride presenta dei parametri naturali perfetti, esprimendo quindi una forza vitale ottimale, le fibre danno forma a un tessuto uniforme e appaiono morbidamente distese. Una trama di tessuto irideo sottile e compatto è quindi indice di vitalità, energia e capacità di far fronte agli agenti sia esterni che interni. Non vengono percepite striature, aloni, decolorazioni o macchie sovrapposte. La pupilla è perfettamente rotonda e il bordo dell’iride appare netto e preciso.

Esistono anche diversi piani di lettura dell’iride: quello costituzionale si concentra sulla verifica funzionale e settoriale di organi e apparati e quindi permette di analizzare i diversi terreni vulnerabili, quella psicosomatica si concentra sull’analisi psico comportamentale del carattere, andando a ricercare i traumi fisici e psichici, quella psicologica individua invece la personalità dell’individuo, mentre quella bioenergetica si sofferma sullo sviluppo delle tendenze dal punto di vista energetico, fisico e psichico.

 

 

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