Il bisfenolo A (BPA) \u00e8 un composto chimico che potrebbe infatti accelerare la pubert\u00e0, aumentare il rischio di tumori a seno e prostata, dare problemi neurologici, in quanto \u00e8 un noto interferente endocrino.
Il BPA viene utilizzato per produrre prodotti in policarbonato, plastica utilizzata per biberon , contenitori riutilizzabili per alimenti e anche nelle bottiglie dell\u2019acqua in commercio; in seguito a riscaldamento pu\u00f2 penetrare nei cibi e nelle bevande. La sostanza \u00e8 contenuta anche in alcuni prodotti dentari e nei rivestimenti delle lattine.
E\u2019 in grado di migrare negli alimenti con cui viene a contatto ed \u00e8 in grado di interagire con i meccanismi ormonali dell\u2019organismo.
L\u2019 autorit\u00e0 scientifica Europea per la sicurezza alimentare hanno dichiarato che, nonostante l\u2019accertata pericolosit\u00e0 della sostanza, i livelli di esposizione attuali non destano preoccupazioni.
Il rischio associato \u00e8 molto basso in quanto l\u2019esposizione \u00e8 inferiore alla dose tollerabile giornaliera stabilita in 0,05 mg\/kg di peso corporeo al giorno.
Inoltre il BPA non si accumula ma viene smaltito facilmente dall\u2019organismo.
Ci sono sette classi di plastiche utilizzate per gli imballaggi.
La ‘classe 7′ \u00e8 un po’ la classe polivalente ed alcune di queste plastiche, come il policarbonato e le resine epossidiche sono prodotte a partire dal monomero Bisfenolo A.
Il ‘tipo 3’ (PVC) pu\u00f2 contenere il Bisfenolo A come antiossidante nei plastificanti.
Il ‘tipo 1′ (PET), 2 (HDPE), 4 (LDPE), 5 (polipropilene), e 6 (polistirene) non subiscono il processo di polimerizzazione tramite l’ uso di Bisfenolo A per la produzione di imballaggi.<\/p>\n
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