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legumi – Silvia Menini | Naturopatia, Benessere e Alimentazione https://www.silviamenini.com Stile di vita sano per riequilibrare l'energia vitale Mon, 08 Apr 2024 14:43:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 https://www.silviamenini.com/wp-content/uploads/2019/10/logo2.2-trasp-low.png legumi – Silvia Menini | Naturopatia, Benessere e Alimentazione https://www.silviamenini.com 32 32 Panissa ligure https://www.silviamenini.com/panissa-ligure/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=panissa-ligure https://www.silviamenini.com/panissa-ligure/#respond Sun, 30 Aug 2020 07:39:58 +0000 https://www.silviamenini.com/?p=2930

La panissa è una tipica ricetta ligure, preparata con farina di ceci e acqua come la classica farinata ma con la differenza che questa viene fritta e non prevede olio nell’impasto ma solo quello utilizzato per la frittura.

Questo piatto considerato “street food” è particolarmente gustoso e i croccanti bocconcini possono essere consumati come antipasto (sia caldo che a temperatura ambiente o fredda) o anche come snack dal sapore semplice e genuino.

Ingredienti:

Farina di ceci 300 g

Acqua 1 lt

Sale fino 5 gr

Pepe nero q.b.

Olio di semi per friggere 700 gr

Procedimento:

Setacciare la farina di ceci in una capiente ciotola. Aggiungere il sale, pepe e iniziare a versare l’acqua a filo mescolando con una frusta cercando di evitare grumi.

Quando il composto risulta omogeneo trasferirlo in un tegame (tipo quella per la polenta) e cuocere a fuoco basso tenendo mescolato fino a quando sarà più sodo. Quindi passare al cucchiaio di legno e arrivare fino a circa 80 minuti di cottura totali.

Trasferire il tutto in uno stampo rettangolare da 23 cm x 10 cm, pressarlo e livellarlo con il dorso del cucchiaio. Una volta freddo, ricoprire lo stampo con la pellicola e lasciarlo rassodare in frigo per circa 2 ore. Tagliarlo quindi a cubetti di circa 2-3 cm e friggerli nell’olio a 170°. Scolarli e posizionarli su un vassoio con carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso. Servirla calda o tiepida con una spruzzata di sale a piacere.

Si può conservare in frigo per 4-5 giorni o, eventualmente, congelarla.

Si può anche accompagnare con formaggi e salumi!

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L’importanza delle fibre https://www.silviamenini.com/limportanza-delle-fibre/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=limportanza-delle-fibre https://www.silviamenini.com/limportanza-delle-fibre/#respond Wed, 24 Jun 2020 17:36:20 +0000 https://www.silviamenini.com/?p=2902

Le fibre alimentari vengono sempre consigliate in una alimentazione sana orientata alla salute e al benessere dell’intestino ma non solo.

Spesso, però, non si conosce il motivo per cui è importante assicurarsi di introdurre nell’organismo la giusta dose di fibre e soprattutto c’è ancora molta confusione sui diversi tipi di fibre e su quali preferire.

Le fibre alimentari apportano una serie di effetti benefici ma è importante in primo luogo comprendere in cosa consistono per renderne più immediata la comprensione e quindi poter fare una scelta consapevole.

Per “Fibre” si intende tutto quell’insieme di sostanze organiche che appartengono alla famiglia dei Carboidrati e che l’organismo non è in grado di digerire e quindi assorbire.

Si trovano principalmente negli alimenti di origine vegetale come ad esempio frutta, verdura, cereali integrali e legumi.

Si distinguono in: fibre solubili e fibre insolubili.

Le fibre insolubili, proprio grazie alla loro capacità di solubilizzarsi in soluzione acquosa, una volta raggiunto l’intestino, tendono a formare una sostanza gelatinosa viscosa che rallenta il transito intestinale (a meno che non si beva una abbondante quantità di acqua) portando come conseguenza uno stato di pienezza.

Le principali fonti sono: legumi (arachidi comprese), avena, tuberi e radici, cipolle, orzo, frutta fresca, broccoli e semi di psillo.

Le fibre insolubili, invece, una volta arrivate nell’intestino, assorbono acqua che fa aumentare di volume le feci rendendole anche più morbide. Velocizzano quindi il transito intestinale, interferendo con l’assorbimento dei nutrienti (attenzione quindi se si assumono farmaci) con lo svantaggio di pregiudicare il fabbisogno di tali nutrienti ma, d’altra parte, riducendo la permanenza nell’intestino delle sostanze tossiche per la mucosa intestinale.

Le principali fonti sono: cereali integrali (e prodotti derivati come crusca di frumento, farine di segale e frumento integrale, farro, grano saraceno, orzo perlato, farina di mais, riso integrale…), verdure a foglia verde, zucchine, semi di lino e frutta secca (le mandorle ne sono ricche seguite dai pinoli).

Le fibre alimentari andrebbero consumate con un rapporto insolubili/solubili pari a 3:1.

Ma quali sono i benefici delle fibre?

Innanzitutto, regolarizzano l’intestino e aiutano in caso di stitichezza, emorroidi e diverticolite e proteggono dal tumore al colon e al retto. Interferiscono con l’assorbimento dei lipidi e glucidi e quindi sono un valido supporto contro l’obesità (aumentano inoltre anche il senso di sazietà), diabete mellito, coronaropatie, aterosclerosi, colesterolo alto e ipertrigliceridemia. Le fibre infatti si combinano con i carboidrati contenuti nel pasto rallentando il picco glicemico e riducendo così sia il carico glicemico complessivo sia diminuendo la stimolazione insulinica.

Mantiengono il pH intestinale ottimale (acido) che permette di contenere la flora batterica intestinale nociva (batteri patogeni e il rilascio di metaboliti tossici) favorendo invece quella benefica, grazie al loro effetto prebiotico con una azione protettiva della mucosa intestinale.

In particolare, le fibre solubili sono indicate per la prevenzione di sovrappeso e obesità oltre a patologie come il diabete mellito, il colesterolo alto, l’ipertrigliceridemia, le coronaropatie e l’aterosclerosi. Mentre quelle insolubili sono indicate per i disturbi che riguardano il transito intestinale lento (quindi stitichezza, emorroidi e diverticolite) e alle neoplasie che scaturiscono dall’eccessiva permanenza delle sostanze tossiche nell’intestino (ossia tumore al colon e al retto).

E se si esagera?

Una assunzione eccessiva di fibre può portare a un surplus di acido fitico che ostacola l’assorbimento di alcuni minerali (calcio, selenio, ferro e zinco) oltre a portare flatulenza, gonfiore e diarrea. È importante assicurarsi di bere sempre la giusta dose di acqua e di non eccedere con crusca e alimenti integrali o con integratori di fibre.

Per chi soffre di problemi digestivi, si consiglia l’assunzione di frutta e verdura cotta in quanto la cottura ammorbidisce le fibre rendendole più tollerabili dall’organismo. È importante anche variare le fonti di fibre e quindi gli alimenti che le contengono.

Come fare per assicurare la giusta dose di fibre senza rischiare di esserne carenti:

Preferire cereali integrali, accompagnare ogni pasto con della verdura prediligendo quella a più alta percentuale di fibre, aggiungere alla propria dieta della frutta secca e, almeno una volta a settimana, consumare legumi.

 

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Finchè c’è Jing c’è speranza. Quanto ci nutre effettivamente il cibo? https://www.silviamenini.com/finche-ce-jing-ce-speranza-quanto-ci-nutre-effettivamente-il-cibo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=finche-ce-jing-ce-speranza-quanto-ci-nutre-effettivamente-il-cibo https://www.silviamenini.com/finche-ce-jing-ce-speranza-quanto-ci-nutre-effettivamente-il-cibo/#respond Mon, 14 Oct 2019 15:15:08 +0000 https://www.silviamenini.com/?p=2399

Spesso siamo convinti di mangiare in modo sano e nutriente e, magari, da un punto di vista biochimico può anche essere così. Conteggiamo i macro, la giusta ripartizione tra proteine, carboidrati e grassi, di inserire nella dieta un sufficiente quantitativo di fibre, micronutrienti… Ma quanta energia vitale riesce a prendere effettivamente il nostro organismo dai cibi che mangiamo?

La frutta e la verdura ormai, non hanno più stagione e quelle esibite sui bancali dei supermercati hanno un aspetto estremamente invitante ma… è proprio così sana come sembra o come pensiamo?

Ananas, mango, papaya, avocado… quanti chilometri hanno fatto per raggiungere le nostre tavole?

La frutta e la verdura fuori stagione come è stata coltivata e, soprattutto, conservata?

Il Jing è essenza, una sostanza molto preziosa per la Medicina Tradizionale Cinese la quale considera i cibi in base alla loro capacità di nutrire veramente il corpo e lo spirito. Il Jing è l’energia vitale che ci portiamo dietro fin dalla nascita e che ci è stata tramandata dai nostri genitori. Una parte di esso, però, viene assorbita anche da ciò che mangiamo e beviamo. Ecco allora l’importanza di ciò che assumiamo ogni giorno, del nostro stile di vita che non deve essere teso a consumare troppo Jing bensì a preservarlo e arricchirlo. Da esso, infatti, dipende il benessere dei nostri organi, la solidità di denti e ossa, la durata potenziale di vita e lo stato di salute in generale. È importante sapere che un cibo può apportare più o meno Jing in base alle condizioni in cui è cresciuto, conservato, cotto, consumato.

Innanzitutto, è preferibile scegliere cibi freschi, possibilmente appena raccolti o conservati per tempi brevi. Questo vale non solo per frutta e verdura ma anche per il pesce (che non deve essere congelato perché la congelazione priva l’alimento del proprio Jing), carne fresca (che non abbia viaggiato su navi o camion a lungo), uova fresche e da galline allevate a terra e in condizioni umane). Ecco l’importanza del Km0, della provenienza locale dei prodotti che possano arrivare rapidamente nel nostro piatto.

È quindi consigliato consumare sempre alimenti di stagione, ben maturi, e che abbiano seguito il ciclo della natura in modo non forzato per raggiungere il massimo delle loro potenzialità e quindi di Jing. Ecco allora che consumare un frutto colto ancora acerbo, conservato in frigo per mesi e lasciato poi maturare sugli scaffali dei supermercati non sarà certamente nutriente come uno colto direttamente dall’albero giunto al punto corretto di maturazione.

Il seme in sé rappresenta la massima forma di Jing, così come i germogli. Ecco che i cereali in chicco non macinati come riso, orzo, farro, segale, quinoa, amaranto, grano saraceno… ma anche i legumi (da preferire quelli freschi o secchi e non sotto vetro e ancor meno in latta, semi oleosi come semi di zucca, di sesamo, di girasole, di lino e frutta in guscio come noci, mandorle, nocciole, pinoli… sono molto salutari e da introdurre quotidianamente nella propria dieta.

Parlando di germogli… dopo essere state seme, tutte le future piante diventano germoglio e in questo secondo stadio di crescita mantengono ancora inalterato il proprio jing.

Anche le uova sono ricche di questa essenza ma non dobbiamo solamente soffermarci a quelle di gallina, ma anche quelle di anatra, oca, quaglia, oppure quelle di pesce. Ovviamente il prodotto consumato deve essere fresco e quindi gli albumi pastorizzati o la bottarga non avranno lo stesso valore e quindi da limitare.

Il segreto è quello di preferire alimenti che siano stati processati il meno possibile e limitare gli altri, prodotti da forno inclusi!

Anche il tipo di cottura è molto importante. Cuocere per lungo tempo un cibo, infatti, lo porta a ridurre il suo contenuto di Jing. Preferire quindi la cottura a vapore, bollire per breve tempo, saltare in padella (soprattutto se da diagnosi si presenta umidità e freddo), cuocere in pentola a pressione. Evitare la frittura, limitare la griglia e rinunciare al microonde.

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