Tempo di cardoncelli. Io li ho trovati in un fruttivendolo nel Mantovano e non ho resistito.
Ecco uno dei funghi più buoni e prelibati e che si riconosce dal suo tipico colore scuro, dal suo aspetto carnoso e dalla sua consistenza soda oltre che dall’inconfondibile sapore.
Noti con il nome scientifico di Pleurotus eryngii, in Italia è conosciuto in diverse regioni e viene perciò chiamato in maniera differente: Cardoncello, Cardarello, Ferlengo, fungo di Ferula.
Lo troviamo come fungo selvatico e per questo cresce spontaneo in diverse zone del Sud Italia come la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sardegna e alcune province del Lazio e della Sicilia.
Il Cardoncello contiene mediamente dall’85-90 % di acqua, il 4-5% di zuccheri, il 3,8-4% di proteine, lo 0,4-0,7% di grassi. Contiene una buona quantità di vitamine come la C, A, B2, B1 e D e in esso sono presenti tutti gli amminoacidi principali e fibre. Raccomandato nelle diete ipocaloriche per il suo basso contenuto di grassi e calorie (28 Kcal per 100 grammi) è ottimo alimento per abbassare i livelli di colesterolo e aumentare le difese immunitarie. Inoltre studi scientifici hanno dimostrato che il cardoncello si è rivelato il fungo a maggiore attività citotossica su cellule di carcinoma prostatico.
Il suo sapore è elegante e non troppo intenso e ricco di aromi equilibrati e se abbinato ad altri ingredienti ha la capacità di valorizzare il sapore di altre pietanze esaltandone il gusto.
Può essere consumato anche crudo ma è eccellente cotto, alla griglia, in padella e in molte altre ricette. Perfetto da conservare sott’olio.