A tutti è successo di aprire la dispensa o il frigo e accorgersi di avere prodotti “scaduti”. Li abbiamo presi e cestinati, anche se a malincuore.
Non tutti però conoscono la differenza tra la dicitura “da consumarsi entro” e “consumarsi preferibilmente entro” che è invece importante conoscere proprio per evitare inutili sprechi alimentari.
Vediamo nel dettaglio.
La Data di Scadenza viene indicata sulle confezioni di alcuni alimenti con la dicitura “da consumarsi ENTRO” ed è seguita da giorno, mese e anno. Questa dicitura indica la data entro cui un alimento deve essere TASSATIVAMENTE consumato. Quell’alimento risulta quindi scaduto dal giorno successivo alla data indicata sulla confezione e non può più essere venduto. È anche consigliabile non consumare tale alimento dopo la data di scadenza per non incorrere in rischi per la salute.
Il termine minimo di conservazione (TMC) viene indicato sulle confezioni degli alimenti con la dicitura “da consumarsi PREFERIBILMENTE entro” seguita da giorno/mese per conservabilità inferiore a 3 mesi, mese/anno tra 3 mesi e 18 mesi, solo anno per più di 18 mesi. TMC indica quindi la data fino alla quale tale prodotto conserva le sue proprietà specifiche e sensoriali, ovviamente se conservato adeguatamente. E dopo tale data? Magari perderà un po’ di gusto (certamente non dal giorno o settimana dopo), di fragranza, di consistenza… anche se non è detto che succeda. Resterà comunque sicuro da mangiare.
Quindi un alimento che ha superato il TMC non è scaduto e non risulta dannoso per la salute e può essere consumato tranquillamente.
Quanto in là ci si può spingere rispetto a quanto indicato in etichetta? Dipende dai casi ma, in linea di massima, più lungo è il termine minimo di conservazione previsto per un determinato alimento e maggiore sarà il margine di tolleranza. Ad esempio: il tonno in scatola, che dura anni, se assunto tre mesi dopo la data indicata non avrà differenze significative. In qualunque caso è sempre consigliato, prima di buttare, aprire la confezione, annusare, assaggiare e poi decidere il da farsi.