Cibo per l’anima di Deborah Pavanello

di Silvia Menini

Alimentarsi in un determinato modo può essere di supporto sia per il fisico che per la psiche e, questo approccio era già stato messo in atto nelle antiche culture medico-religiose. I religiosi comuni, infatti, affermano di trarre beneficio o di essere rallentati o ostacolati nelle loro pratiche religiose e mistiche dal tipo di nutrimento che scelgono.

Il cibo, quindi, può essere considerato uno strumento a beneficio della meditazione? Al contrario, esistono determinati alimenti che possono ostacolare il progressivo avvicinarsi all’estasi mistica, all’illuminazione e alla santità?

Questo libro è strutturato in maniera semplice e facilmente fruibile da tutti. I primi capitoli affrontano le nozioni base di anatomia e fisiologia dell’apparato digerente, di quello endocrino e immunitario in modo da comprendere le regole alimentari delle singole tradizioni spirituali. Questo per capire perché nelle pratiche spirituali tradizionali alcune categorie di alimenti venivano vietate mentre altre costituivano la base nutritiva essenziale. Tale approccio permette di individuare un punto di incontro tra le conoscenze moderne e una saggezza antica basata sull’ascolto del corpo e del sé.

Successivamente viene affrontato il tema dell’alimentazione nelle 3 grandi tradizioni che vengono definite “del Libro” (l’Ebraismo), il Cristianesimo e l’Islam, per approdare poi all’alimentazione nella cultura religiosa indiana (Induismo, Tantrismo e Yoga) per terminare con la tradizione buddhista.

Le diverse culture religiose, infatti, distinguono tra dieta di un laico credente e quella invece specifica per un religioso. Basti pensare che vi sono cibi che sono talmente antichi da essere presenti nell’alimentazione da secoli e che hanno acquisito una valenza simbolica e sono entrati nell’immaginario collettivo come parte integrante delle narrazioni mitologiche delle diverse popolazioni.

Per concludere, vengono interpretate le scelte alimentari dei religiosi prendendo in considerazione le moderne scoperte in campo biochimico per permettere di farle rientrare anche nella nostra vita quotidiana e migliorare la nostra salute sia fisica che mentale e avere maggiore consapevolezza alla nostra dimensione interiore.

Come utilizzare poi le conoscenze antiche per vivere in modo più sano e migliorare il nostro stile di vita?

Innanzitutto, riscoprendo la “Via di mezzo”, cioè la moderazione, riducendo le quantità, dando più importanza alla qualità del cibo e al modo corretto di associare gli alimenti tra loro. Riscoprire anche la ritmicità del “pieno e vuoto”, introducendo dei periodi di digiuno e depurazione. Distribuire correttamente i pasti durante la giornata, scandendo così il tempo. Questo permette anche di mantenere costante i livelli di glicemia nel sangue. Cucinare con amore per sé e per gli altri e consumare i pasti in un ambiente tranquillo, masticando, gustando il cibo e respirando profondamente.

 

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