Bagni derivativi. Benefici e come si fanno

di Silvia Menini

Il bagno genitale o chiamato anche bagno derivativo è una tecnica ideata dall’abate Kuhne nel 1800 e consiste nel raffreddamento della zona inguinale e perineale. È utilizzata per lavorare in maniera efficace sull’infiammazione del ventre, sulla febbre interna e sul sistema nervoso che viene fortificato. Stimola inoltre l’attività degli intestini, agisce sui disturbi del sonno, migliora la digestione e la circolazione, decongestiona gli organi del basso ventre, risultando particolarmente utile soprattutto per prolassi al pavimento pelvico.

È un ottimo rimedio per curare la secchezza vaginale, la candida e le cistiti, così come per le emorroidi ed è consigliabile farlo anche in via preventiva. Agli uomini riattiva la zona ed è un valido aiuto per l’erezione e il sistema nervoso in generale. Nella zona genitale, infatti, sono presenti molti ricettivi nervosi e, agendo in quest’area, si va a lavorare nel profondo. Tale pratica è di estremo aiuto anche per depurare l’organismo e risolvere problemi quali acne, affaticamento, sovrappeso, ritenzione idrica, squilibri ormonali, emicranie, disturbi del sonno, depressione, vampate della menopausa, vene varicose e caduta dei capelli.

Basti pensare che la febbre interna congestiona le viscere perché il sangue si ferma in quel punto, produce anemia della pelle la quale, avendo meno ossigenazione, riduce le sue funzioni di secondo rene e secondo polmone indebolendo anche l’energia vitale dell’intero organismo. La febbre interna denuncia quindi l’incapacità di difesa dell’organismo e la sua ridotta capacità vitale in quanto è come se l’organismo fosse stagnante e bloccato e, se perdurasse nel tempo, potrebbe portare a svariate patologie. Con questa tecnica si combatte la febbre interna decongestionando con l’acqua il ventre e i genitali, in cui vi sono molte fibre nervose.

Il bagno derivativo consiste nel rinfrescare la parte dell’inguine su ciascun lato con acqua fresca corrente senza bagnare le natiche e, per gli uomini, i testicoli. Si procederà quindi dall’alto verso il basso. Si può usare una spugna di mare o un asciugamano da inzuppare nell’acqua corrente per eseguire una frizione delicata lungo le pieghe dell’inguine, facendolo passare nel cavo inguinale destro e poi in quello sinistro. Il tutto potrà avere una durata che varia dai 5 ai 30 minuti ed è da fare ogni giorno, anche 2 volte al dì, o al minimo 4 volte a settimana a seconda della necessità. è consigliabile praticarlo lontano dai pasti e da evitare nei giorni pre e mestruali. Se si è alle prime armi è meglio iniziare gradualmente e non superare i 5 minuti per permettere al corpo di abituarsi a questo cambiamento.

Per chi ha poco tempo a disposizione, in commercio esistono anche degli appositi cuscinetti che devono essere raffreddati in congelatore e poi applicati a contatto con l’inguine per circa un quarto d’ora.

È comunque importante praticare questa tecnica in via preventiva in quanto rimuove le tossine, rilassa i muscoli e rivitalizza i sensi, calma tensioni e dolori e dona equilibrio tra corpo e mente.

Bisogna accertarsi di eseguirla in una stanza da bagno ben calda, con il corpo coperto e indossando calze (e anche guanti in caso) in modo da mantenere la temperatura del corpo.

Se ne sconsiglia la pratica ai malati terminali, a chi ha subito da poco interventi e a chi è stato messo un pacemaker, un impianto dentale, una protesi o altri corpi estranei.

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