A prima vista di Alessandra Calanchi

di Silvia Menini

Mente leggevo questo romanzo mi si formava in testa una similitudine che meglio ne rappresentava la struttura dello stesso. Un puzzle. Come se ogni capitolo fosse un qualcosa a se stante ma che, di fatto, rappresentasse un piccolo tassello per comporre il quadro generale.

Infatti, la prima metà del romanzo si dipana tra la presentazione dell’ambientazione, dei personaggi, dei loro meccanismi psicologici che tirano le fila della narrazione… per poi approdare alla seconda parte del romanzo con la riscoperta di un corpo (e in questo momento mi è uscito un – e finalmente! – e l’apertura del mistero dell’omicidio.

Siamo abituati a iniziare un libro giallo con la scoperta del cadavere dopo già le prime pagine o capitoli… e ammetto che, dopo i primi capitoli, sono andata a rileggermi la quarta di copertina per essere sicura di aver inteso bene il genere del libro.

Il libro scorre via piacevole, con una scrittura sottilmente umoristica che fa entrare fin da subito il lettore nelle vicissitudini degli abitanti di questo borgo dell’appennino tosco-emiliano che è al limite del paradosso.

Siamo all’inizio degli anni Settanta e i personaggi che vengono presentati nei primi capitoli, sono dipinti con pennellate stese con cura quasi maniacale. Impossibile non farsi strappare un sorriso e non immaginarsi proprio lì, in quella così bizzarra cittadina, seduti al bar a osservare il tutto sorseggiando una qualsivoglia bevanda più o meno alcolica, mentre in sottofondo si diffondono le note provenienti da un improbabile juke box. Un professore, una Strega, due suore (o quasi), una bambina che seppellisce le bambole solo per poterle poi piangere. Insomma… un pot-pourri di psicologie, di caratteri più o meno ambigui, di potenziali colpevoli.

L’indagine (che non è però una vera indagine visto che le forze dell’ordine in questo ambito sono pressoché inutili)… dicevamo.. l’indagine che ne consegue porterà alla luce molto più di quello che sembrerebbe ad una prima analisi… come un buon giallo che si rispetti presuppone!

A voi la scoperta!

L’autrice di questo romanzo è Alessandra Calanchi che si è aggiudicata una Menzione Speciale per Romanzo Inedito nell’edizione del 2024 del Festival Giallo Garda. La sua scrittura leggera e tratti umoristica ha infatti conquistato il cuore dei giudici, così come l’ambientazione in un borgo sì fonte della sua fantasia ma così ben descritto da sembrare reale. E come non parlare dei favolosi abitanti che sono a dir poco caratteristici e quasi caricaturali?

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